La Madonna degli Alpini, una piccola chiesa su una collina, un enorme cimitero in memoria dei soldati italiani mandati a morire sul fronte russo.
Centinaia di lapidi, visi di ragazzi ventenni, morti grazie dall’incapacità e alla caparbietà di Mussolini.
Il luogo è sereno, la vista spazia dalla Alpi Marittime alle Alpi Cozie, passando su tutta la pianura della Granda.
Eppure sul santuario grava il peso sei morti; è intriso del freddo, della sofferenza, della paura patiti sul fronte, patiti durante la ritirata.
Si percepisce il dolore, quasi fosse un’entità reale, senziente, nascosta dietro le tombe ad osservare i vivi.
In sottofondo ‘Le voci di Nikolajewka’, per ricordare l’ultima sanguinosa battaglia degli alpini durante la ritirata dal fronte.
In questo frangente la 4° divisione alpina ‘Cuneense’ venne circondata e costretta alla resa dai russi, assieme alla ‘Julia’, a Valuijki nei pressi di Nikolaevka, e i superstiti vennero fatti progionieri.